A cup of books!

Un libro all'ora del tè


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Libri che fanno la differenza!

Credetemi, con un po’ di passione e un pizzico di determinazione ci si può mettere a disposizione degli altri e contagiare le folle! La mia esperienza di aiuto a Pollicino Modena ONLUS, associazione che sostiene il reparto di Neonatologia del Policlinico di Modena continua e tramite i social ho capito che tanti amici sono sensibili al progetto e mi sento davvero supportata!

Obiettivo? Creare una biblioteca nel reparto di Neonatologia affinché le mamme possano trovare libri da leggere ai loro piccoli prematuri ricoverati. La voce della mamma è una coccola importante per il piccolo prematuro fin dai primi giorni di vita, momenti in cui letteralmente lotta per sopravvivere. La voce della mamma lo rassicura e dona benessere. Sembra ovvio, eppure non lo è. Lo staff del professor Ferrari della Neonatologia sta lavorando grazie anche all’acquisto di speciali macchinari per studiare i benefici che la voce della mamma apporta al piccolo prematuro dal punto di vista neurologico.

Articolo uscito su Tempo Carpi

Allora è nato il progetto UNA BIBLIOTECA PER POLLICINO: non sempre le mamme riescono spontaneamente a parlare coi loro piccoli; in certi casi la degenza di un figlio è soprattutto fonte di ansia e di preoccupazione per i genitori, che sono immobili davanti alle incubatrici.  Allora un libro arriva in soccorso: una filastrocca, una breve poesia, una dolce storia, una ninna nanna…basta che sia la mamma, con la sua voce, flebile e impacciata, preoccupata o premurosa, timida e rotta dalla commozione ma quanto bene sa fare! Raccogliamo libri! Usati e nuovi! Mi aiutate?! Abbiamo due partner importanti: la libreria Mondadori di Carpi in piazza Martiri e la libreria Ubik di Modena in via Tintori 22. 

Ubik Modena via dei Tintori 22

Con loro acquistiamo libri nuovi, molto adatti al progetto, con uno sconto speciale! 

Mondadori Bookstore Carpi

Anche tutti voi che state leggendo potete fare un regalo al Pollicino! Ci state?! Potete farlo anche da lontano, contattate me o l’associazione e ci metteremo d’accordo! Tutto si può fare! E come mi ha detto proprio oggi una bravissima bibliotecaria  “motivazione e passione, ecco ciò che occorre” !

Vi aspetto! 

GRAZIE DA ME E DA POLLICINO MODENA ONLUS!

http://www.pollicinomodena.org


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Notti in bianco, baci a colazione…da Facebook alle librerie!

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Ricomincio da TRE! Prendo in prestito il titolo di un famoso film per riaprire le porte di A cup of books, chiuso da tempo per un buon motivo che oggi compie, appunto, TRE mesi. Si chiama Virginia…le cose non capitano mai per caso, nemmeno i libri! Anche i buoni motivi che hanno portato Matteo Bussola a scrivere Notti in bianco, baci a colazione sono effettivamente TRE: Virginia (…che belle le coincidenze!), Ginevra e Melania. Pur essendo fumettista per la Bonelli Editore credo che abbia entusiasmato tutti, o almeno i suoi  37.334 followers su Facebook, per la sua invidiabile prosa con la quale descrive la vita di ogni giorno, in casa, per la strada, all’asilo, durante il giorno ma soprattutto al mattino prestissimo, per non dire di notte, quando le bambine e la moglie Paola dormono e lui disegna, alle volte, ma spesso veglia, osserva, pensa, beve caffè “Caffè”, apre la porta ai cani, difende la casa dai ladri, guarda i cartoni animati della notte, e tante altre cose esilaranti e commoventi.

Il suo profilo Facebook è stato il precursore del grande successo di questo libro: iniziare la giornata leggendo on-line una breve (non sempre!) cronaca di casa Bussola-Barbato è diventata per molti social addicted una piacevole abitudine, ed è stato il motivo che ha portato me, e sicuramente tanti altri lettori, ad ordinare il libro ancora prima della sua uscita. Ne hanno parlato in radio, ne hanno scritto i quotidiani nazionali, tanti book blogger e giornalisti, e il tour delle presentazioni è davvero lunghissimo (venerdì 17 Giugno Matteo Bussola presenterà il libro a Fiorano Modenese…io ci sarò!)

Una casa in campagna, tre bambine tra i due e gli otto anni, tre cani, un fumettista e una sceneggiatrice di Dylan Dog: potreste pensare ad ingredienti migliori per la buona riuscita di una, dieci, cento, mille storie? Ed è lui, l’uomo di casa, il fumettista, a mettere sulla carta la propria  vita in quella casa, tra quelle quattro donne ricche di energia, di desideri, di richieste, di sorrisi e lacrime, di scoperte. E in questo frangente è un papà, uno come tanti, che diversamente da molti, ha accettato di lasciarsi stupire da quelle tre piccole vite, da esse farsi interrogare, trascinare nei meandri dimenticati dell’infanzia, tra mille perché, domande dolcemente assurde, labirinti di ragionamenti e scoperte di bambine, che si sono rivelati stupende lezioni sulla vita, le relazioni, l’amore.

Un libro difficile da associare  ad un genere ben preciso , forse un diario? In un certo senso lo è e mi piace pensarlo così. Inverno, Primavera, Estate, Autunno: le quattro stagioni scandiscono i capitoli del libro, fanno da sfondo alla vita che papà Matteo racconta, quella quotidiana, non eccezionale, quella alle volte difficile e pesante: delle notti insonni, delle corse in macchina tra scuola e asilo, dei mutui da pagare, del tempo rubato alla coppia e al lavoro per fare la spesa, sistemare trecce e codini, giocare a Rapunzel, ordinare pizze d’asporto, ammucchiare panni da stirare e per fare la cosa più importante: guardare e ascoltare loro. Virginia, una quasi preadolescente innamorata di Fedez al quale Matteo Bussola scrive un’esilarante lettera; Ginevra, quattro anni e protagonista di dialoghi formidabili in macchina, andando all’asilo; Melania, solo due anni, sufficienti a riempire di senso gli anni del papà.

  E la vita in quella casa nella campagna veneta diventa letteratura, si fa racconto, e con un registro semplice e aggraziato, attuale e alle volte impetuoso, noi lettori riceviamo uno splendido regalo. Ci sarà un seguito a questo splendido diario? Di cronache da scrivere sono sicura che ce ne saranno ancora in casa Bussola-Barbato, perché le notti in bianco non finiscono mai, cambiano solo le ragioni di esse.

Notti in bianco, baci a colazione – Matteo Bussola – Einaudi Stile Libero extra – 169 pp

 

 


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Pista nera di Antonio Manzini

3144-3Di Leone Miccichè era rimasto ben poco. Le frese del gatto della neve che scendeva dalla scorciatoia del Crest lo avevano letteralmente ridotto a brandelli. Di riconoscibile solo le piume dell’imbottitura della sua giacca da sci e un paio di guanti neri marca Colmar. Che ci faceva Leone Miccichè da solo, a piedi, in mezzo a quella pista, proprio a quell’ora della sera? Non un’anima in giro: gli sciatori avevano già lasciato gli impianti, ormai chiusi, e riempivano le osterie tra pinte di birra e vin brulé. E cosa pensare di quel fazzoletto rosso appallottolato nella gola del morto? Tutto poteva sembrare fuorché un incidente. Per il Vicequestore di Aosta Rocco Schiavone un omicidio era una rottura di coglioni livello 10 cum laude. Praticamente il peggio che potesse succedergli. Una scena del crimine a dir poco insolita per Rocco che guardandosi intorno non riconosceva nulla come suo, se non le sue fedelissime Clarks, che con quei metri di neve perenne non avrebbero avuto lunga vita, e lui lo sapeva bene. Quarantasei anni, di stanza ad Aosta come vicequestore di un pezzo di mondo troppo diverso dalla sua eternamente amata Roma. Delitto di mafia, o forse passionale? Ma non si può scartare nemmeno la pista dei debiti perché a Leone Miccichè, catanese di nascita, di famiglia benestante, i soldi non mancavano affatto. Una cosa era certa: di tutti quei sopralluoghi a Champoluc e di quelle corse sfrenate su gatti delle nevi guidati da autisti alticci, Rocco Schiavone ne avrebbe sicuramente fatto a meno. Continua a leggere


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Lascia che la vita ti spettini…chissà chi l’ha scritta!

scritta spetSabato sera ho cenato a Bologna, in un localino in via Orefici, e mentre aspettavo di accomodarmi ho letto questo testo, scritto sulla porta del bagno. Rientrata a casa digito un paio di parole su Google…trovato!

Qualcuno la troverà banale, e allora? Mi piace, mi piace molto. Parole di altri che parlano di noi. Non trovate? Io la rileggo…fatelo anche voi!

Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità.
Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo…
Le cose buone, ingrassano. Le cose belle, costano. Il sole che ti illumina il viso, fa venire le rughe. E tutte le cose veramente belle di questa vita,
spettinano…

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#wordoftheday: DECLUTTERING

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Io leggo di tutto, lo sapete: romanzi, saggi, articoli di giornale, alle volte anche graphic novels e, ovviamente, miriadi di post sui social network. Molto spesso mi rammarico dell’uso improprio della nostra lingua, che taluni fanno, altre volte invece mi capita di rimanere a bocca aperta: ci sono persone  che utilizzano tantissime parole che io non conosco. Questo mi deprime e mi esalta allo stesso momento…vi capita mai? C’è da sottolineare poi che  in particolare le new generation si servono di anglicismi (o inglesismi…questa la so!) perfetti per ogni situazione.

Insomma, non si finisce mai di imparare…è una grande verità!

#wordoftheday è la nuova rubrica di A cup of books…mi carica l’idea di imparare parole nuove e iniziare ad utilizzarle!

Inglesismi e parole italiane: una per ogni giorno, o quasi!

La prima?

DECLUTTERING!

Giuro…non la conoscevo!

La trasmissione di Real Time Sepolti in casa esprime perfettamente il concetto: liberarsi del superfluo, di ciò che non serve.

Clutter in inglese significa spazzatura, quindi l’azione di sbarazzarsi della spazzatura, appunto. Questa operazione ha assunto connotazioni molto più profonde e, ad oggi, questo termine significa proprio liberarsi di tutto ciò che ingombra, oggetti materiali e non solo. Ed è proprio la sfumatura più “spirituale” che mi affascina: scaricare le zavorre, limitare i rapporti con le persone che impediscono la nostra realizzazione, che ci inchiodano alla quotidianità; dire basta alle dipendenze di ogni tipo, fare spazio, tantissimo spazio alle possibilità, provare la rara sensazione di leggerezza e di libertà di sceltà.

Ok, lo ammetto, è un decluttering alquanto filosofico il mio, e forse da oggi in poi utilizzerò questo termine fino a stancare i miei interlocutori, ma non importa….mi libererò anche di quelli!

Fine della prima puntata…alla prossima parola!